Gran Bretagna

Attorno al 1970 la nascita di City Farms in Gran Bretagna diviene la soluzione per recuperare luoghi abbandonati, spesso trasformati in discariche nelle zone urbane periferiche, oppure è l’unione di un gruppo di giardini familiari e di fattorie urbane.
Nel UK la Federazione delle City Farms e dei Community Gardens rappresenta gruppi comunitari che lavorano per il recupero di spazi verdi attraverso fattorie e giardini. La federazione racchiude progetti molto diversi: dai piccoli giardini con fauna selvatica ai fondi residenziali coltivati a frutta e ortaggi, dai giardini della comunità alle grandi city farms.
Quasi 200 city and school farms, più di 1.000 community gardens, un numero crescente di orti-comunitari gestiti e circa 200 city farms and community gardens che si stanno sviluppando.
I membri sono circa 550 e coinvolgono anche migliaia di volontari in grado di attirare più di tre milioni di visitatori ogni anno.
Si tratta di gruppi costituiti da cittadini e a beneficio delle popolazioni locali.
Le City Farms e i Community Gardens realizzano attività molto varie: corsi di formazione, visite di scolaresche, ippoterapia e orto-terapia, coltivazioni di ortaggi, compostaggio e riciclo di rifiuti, attività ludiche e sportive, centri estivi e dopo scuola.
Godono di un ampio sostegno da un certo numero di dipartimenti governativi, organizzazioni di sviluppo regionali e delle autorità locali. Sua Altezza Reale il Principe di Galles è un sostenitore chiave ed è loro patrono dal 2001.

Federation of City Farms and Community Gardens
The GreenHouse
Hereford St
Bristol BS3 4NA, UK ?Tel  +44 0117 923 1800
admin@farmgarden.org.uk
http://www.farmgarden.org.uk/

 “Per favorire lo sviluppo di un comportamento alimentare equilibrato, i nostri giovani interlocutori dovrebbero memorizzare cibi sani, come frutta, verdura, cereali, attraverso l’esperienza di preparare e mangiare il cibo in un contesto ricco di stimoli sensoriali ed emotivi tali da procurare sensazioni piacevoli che li aiutino ad apprezzarli e a rafforzare i messaggi cognitivi”
Carla Barzanò, 2003